Il 5 agosto 2012 era il decimo anniversario del D.M. che dichiara l’area delle Tegnue di Chioggia Zona di Tutela Biologica, primo esempio nel Veneto.
Molto si è fatto in questi anni e molto si sta facendo per valorizzare questo angolo di mare. L’Associazione “Tegnue di Chioggia”- onlus, alla quale il Comune di Chioggia ha dato la gestione dell’area, si sta prodigando con l’aiuto di volontari da tutti i Club subacquei del Veneto.
Grazie ad un Finanziamento Regionale dato al Comune e in parte messo a disposizione dell’Associazione si sta rendendo fruibile l’area al turismo subacqueo.
Molto sta facendo anche il gruppo divulgativo dell’Associazione; cinque biologhe marine con interventi mirati portano nelle scuole di ogni ordine e grado e nella associazioni sportive e culturali, la conoscenza della realtà delle “Tegnue” ancora a molti sconosciuta: un vero tesoro naturalistico.
Nel 2010, in occasione di un convegno a Venezia, un copioso dossier è stato portato all’UNESCO, per promuovere le “Tegnue” a “Patrimonio dell’umanità”
Altre interessanti proposte ha in programma l’Associazione per valorizzare ulteriormente l’area; una nursery per le capesante e un parco relitti. L’idea ci è stata suggerita proprio dalla scansione realizzata recentemente della ZTB ad alta risoluzione: si evidenzia infatti una vasta area tra due grandi blocchi di Tegnue.
Piero Mescalchin, presidente dell’Associazione “Tegnue di Chioggia”, da quarant’anni si immerge nell’area delle Tegnue e più di ogni altro conosce i fondali di questa zona, racconta: ”Nel 1977 una vastissima anossia (mancanza di ossigeno sul fondo) provocò una grande moria e cancellò le tracce delle capesante. La parte centrale delle Tegnue, protetta naturalmente da una corona rocciosa, era popolata da un enorme numero di questi molluschi; ora sono presenti solo modestissime quantità”.
La proposta è di ripopolarla attraverso il rilascio di capesante di taglia non commerciabile, l'obiettivo non è tanto quello di far ripescare ai pescatori professionisti le capesante a taglia commerciale, ma quello di costituire e mantenere un numero stabile di riproduttori autoctoni protetti, in modo da creare un circolo virtuoso che predisponga al mantenimento di questa specie pregiata attraverso la dispersione delle larve pelagiche durante la stagione riproduttiva.
Si è calcolato che più di 50.000 esemplari potrebbero essere ospitati nell’area preposta.
La raccolta potrebbe essere organizzata depositando il prodotto sottomisura in una delle aziende che già curano la stabulazione dei mitili; poi in tempi brevissimi riportato in mare, predisponendo la semina nella zona preposta. Una marcatura; un piccolo foro sul bordo della conchiglia, sarà il riconoscimento per evitare che vengano illegalmente ripescate e messe in commercio.
Si tratta di coinvolgere il più grande numero possibile di pescherecci che abitualmente operano su capesante, motivarli sulla utilità del programma, sia a fini generali e ambientali, sia ai fini di una migliore gestione delle risorse rinnovabili. I pescatori potrebbero essere incoraggiati con incentivi atti a premiare un loro ruolo attivo e retribuiti con un compenso a singolo individuo o a peso.
L’area preposta ha solo due accessi, ad ovest e ad est che potrebbero essere chiusi affondando dei relitti di pescherecci in disarmo, opportunamente bonificati.
L’Associazione “Tegnue di Chioggia” è senza fini di lucro, ma ha nei suoi scopi primari l'intento di portare i progetti a chi ha il potere economico per realizzarli.