Sito Ufficiale dell'Associazione "Tegnue di Chioggia" - ONLUS
 
   
 
 
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Per ricordare due amici

Oggi  al largo di Chioggia nel fondale presso la boa "Club Sommozzatori Chioggia" sono state poste due targhe a ricordo di due amici; differenti sono le loro tragiche storie, ma in qualche modo simili. Luigi Todesco, grande subacqueo padovano aveva lavorato come profondista nel  Golfo Persico, per primo aveva capito la necessità di proteggere le nostre Tegnue e ha perso la vita mentre cercava di liberare le reti di un peschereccio l’11 marzo del 1990; Giuliano Gianni grande pescatore chioggiotto aveva con i suoi fratelli per primo cercato delle alternative alla pesca tradizionale; ha perso la vita il 3 ottobre 2006 mentre in mare aiutava un gruppo di biologi nel lavoro di ricerca. Un subacqueo che aiuta un pescatore e un pescatore che aiuta un subacqueo: entrambi amanti e rispettosi del nostro mare devono rimanere come esempio di altruismo e abnegazione.
Piero Mescalchin
10 giugno 2007


La posa delle targhe
 

Giuliano Gianni

Caro Giuliano
In queste ore piene di tristezza, come a contrastarle, scorrono nella mia mente i ricordi più belli e lieti dei momenti passati assieme. Trenta anni passati insieme in mare, dal recupero delle reti ai primi esperimenti di allevamento in mare; già da allora ti eri messo alla ricerca di una alternativa alla pesca. Solo domenica scorsa, la tua voglia di passare assieme una giornata in mare, io te e Alfredo, ci aveva regalato l’opportunità di fare una immersione sulle nostre tegnue, la voglia di godersi una immersione da una delle boe del Parco delle Tegnue come un qualsiasi turista, aveva vinto e ci eravamo concessi una giornata tutta per noi; solo ora capisco che il destino ci aveva offerto un addio.
Credo che il Parco delle “Tegnue” lo sentissi anche tuo! Con i tuoi fratelli sei stato tra i primi a sentirmi sognare e lottare. Dobbiamo anche a te e ai tuoi fratelli, alla vostra generosità, alla vostra competenza, se il sogno di avere un Parco a Chioggia si è realizzato. Avevamo bisogno della tua grande esperienza per realizzare un’opera così ambiziosa! Con grande slancio hai messo a disposizione per noi tutte le tue conoscenze non ponendo ostacolo alcuno; anche nei momenti più difficili non mancava a incoraggiarci la tua forza, pazienza e costanza. Insieme, voi fratelli avete dato sempre a    me, alla mia famiglia, alla città tutta un esempio di quanto possa l’armonia, lo stare uniti, il fare squadra.
Ricordo il drammatico naufragio della “Sovrana”! Il tuo ottimismo e la visone sempre protesa al futuro…….è stata di incoraggiamento per i tuoi e un insegnamento per tutti.
Noi tutti dell’Associazione “Tegnue di Chioggia” ti dobbiamo molto, anzi tantissimo e non solo noi, ma tutta la città di Chioggia ti deve essere grata per l’esempio che hai saputo offrire di vero pescatore, un uomo che sa vivere sul mare e che dal mare ha imparato a lottare.
Ciao Giuliano
Piero Mescalchin
Chioggia, 3 ottobre 2006

  Luigi Todesco


Negli anni settanta pochi erano i subacquei e credo nessuno a Chioggia avesse il brevetto di sommozzatore, nella mia città invece il “Club Sommozzatori Padova” già brevettava sub, ma pochi frequentavano l’Adriatico e le Tegnue, La poca conoscenza del fondale e i mezzi di localizzazione scarsi e molto costosi, rendevano difficile la ricerca. Ecco la preziosa amicizia con i pescatori per la ricerca delle Tegnue in alto Adriatico; era ricambiata con l’opera di recupero delle loro reti che si incagliavano nel fondale. Grazie a loro venivo a conoscenza dei punti più alti del fondo, gli stessi che io ricercavo per la bellezza dei colori che a loro ostacolavano la pesca a strascico.
 Disincagliare gli attrezzi era molto complesso e richiedeva l'opera di più subacquei. In una di queste occasioni, la mattina dell'11 marzo 1990, durante un recupero perdeva la vita un mio caro amico: Luigi Todesco. Era uno dei più esperti e bravi subacquei di allora ed era nota a tutti la sua generosità, quando si trattava di operare in mare in qualsiasi situazione. Aveva lavorato in Golfo Persico sulle piattaforme petrolifere, aveva partecipato alle prime campagne di ricerca sulle tegnue di Chioggia sulla barca del C.N.R. di Venezia "Umberto D'Ancona".
 Ricordo che per primo aveva contestato la pratica della pesca nel settore subacqueo, anche se a quel tempo eravamo in pochi ad immergerci e la zona era pescosissima. Con me condivideva l'amore per il mare e l'entusiasmo per l'attività subacquea, entrambi avevamo compreso il grande potenziale di vita delle Tegnue di Chioggia. Ricordo di lui una frase che ripeteva spesso: “Un lavoro non si può lasciare a metà”. Credo la sua determinazione e generosità gli sia costata la vita. Spesso ora, noi subacquei padovani siamo visti dai pescatori come “estranei e disturbatori”, adesso molti di loro hanno un brevetto di sommozzatori e non hanno più bisogno del nostro aiuto. Non voglio però che si dimentichi quando un tempo, oltre che collaborazione c’era amicizia e passavamo giornate intere in mare tutti insieme, condividendo il loro duro lavoro.
Ho proposto e voluto io, in qualità di presidente dell’associazione “Tegnue di Chioggia”, porre una targa sulla base di uno dei corpi morti, appena sommersi, dove con Luigi mi sono immerso più volte. Desidero ricordare a tutti, non solo il sacrificio di un subacqueo che con generosità ha messo a repentaglio la sua vita, ma anche un tempo in cui Padova e Chioggia insieme amavano questo mare. Così ancora oggi come in passato dobbiamo essere uniti per la sua salvaguardia.
Ciao Luigi
Piero Mescalchin
Chioggia, 31 maggio 2004

 

 

     
 
   
 
 
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