La Regione Veneto entra nel progetto "Tegnue" fornendo il supporto finanziario al progetto triennale elaborato dall'omonima Associazione. Un progetto che consiste di tre momenti: conoscenza, divulgazione e gestione del sistema in modo da sfruttarne le valenze anche per un turismo "ecologico". Un impegno superiore ai 100mila euro, quello regionale, cui seguirà, ha preannunciato ieri l'assessore Renato Chisso, apposita legge per allargare l'intervento a tutte le formazione simili presenti in Alto Adriatico: dopo le "tegnue" di Chioggia, le "presure" di Bibione e Caorle. Un intervento che dovrà potrer contare ancora su finanziamenti regionali, ma anche dello Stato e dell'Unione europrea. L'idea è quella di creare un enorme parco marino per preservarne la biodiversità e per utilizzarlo inoltre, come stanno già facendo i pescatori, quale area di ripopolamento dell'Adriatico.
L'assessore Chisso è intervenuto ieri, al momento delle conclusioni, al convegno "Le Tegnue di Chioggia: un'idea, un progetto" tenutosi al centro Congressi di Sottomarina e che segna, dopo il riconoscimento ministeriale di quest'area quale oasi di tutela biologica, l'inizio della fase operativa, che dovrà attraverso i momenti della conoscenza e del monitoraggio portare alla gestione. Il convegno ha dimostrato il grande interesse che esiste per questo progetto. Da parte del Comune, che ha creduto subito alla proposta venuta da Piero Mescalchin, autore della riscoperta delle "tegnue" insieme ad un gruppo di sub padovani; da parte delle organizzazioni della pesca, rappresentate dai responsabili regionali Fornaro, Gottardo e Selmin, da parte della Capitaneria di porto e degli operatori del turismo balneare. Molte di queste organizzazioni sono entrate nell'Associazione "Tegnue", lo strumento operativo necessario alla gestione dell'aosi, che consta di una area "grande, all'incirca 22 chilometri quadrati, proprio di fronte a Chioggia e di altre tre aree, praticamente dei quadrati dal lato di circa un miglio. Aree diverse per formazione geologica, per aspetto, per tipologia delle specie florofaunistiche residenti. La conoscenza dell'intero sistema vedrà impegnati Icram, Istituto per la ricerca applicata al Mare, l'Università di Padova e di Bologna, rappresentate al convegno dai professori Rasotto e Ponti, Ismar, organo del Cnr e l'Arpav. Proprio Icram col lavoro di Otello Giovanardi ed Arpav, come ha ricordato il direttore, Paolo Cadrobbi, hanno già scansito i fondali dell'area più grande utilizzando il sonar. Per il resto valgono le strordinarie immagini che Mescalchin ed i suoi amici hanno portato su dal fondo del mare. Immagini che sono "i colori della Chioggia sommersa". L'Amministrazione comunale le ha usate per una pubblicazione che il sindaco Fortunato Guarnieri ha ieri offerto all'assessore Chisso ricordando quanto la Regione ha fatto per Chioggia ed auspicando che continui a fare altrettanto.
Giorgio Boscolo