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Goletta Verde a Chioggia per le Tegnùe

Venezia, lunedì 1 luglio 2002, S. Vittore papa
 

La Goletta Verde A sinistra le Tegnùe la scogliera sottomorina a tre miglia dalla costa

La Goletta Verde A sinistra le Tegnùe

La conferenza tenuta ieri mattina da Legambiente

Goletta Verde a Chioggia per le Tegnùe
Non è diventata zona protetta
Ambientalisti bloccati dal vento

Sergio Ravagnan

CHIOGGIA.Il mare mosso e il vento hanno impedito alla Goletta verde, da sabato ormeggiata all'isola dell'Unione, di effettuare la prevista uscita alle Tegnùe, la scogliera sottomarina situata a tre miglia dalla costa e che costituisce un'oasi di grande interesse naturalistico. A detta degli esperti, addirittura una delle più belle del Mediterraneo. Le avverse condizioni atmosferiche, comunque, non hanno impedito di raggiungere l'obiettivo che si proponeva Lega Ambiente in questa tappa veneta.
L'obiettivo è quello di rilanciare con forza l'iniziativa di far riconoscere dal ministero quella fascia di mare come Zona di Riproduzione Biologica: una pratica avviata alcuni anni fa dal comune di Chioggia e che già a dicembre pareva concluso, ma che improvvisamente e inspiegabilmente si è bloccata. A bordo della Goletta, assieme al presidente regionale di Lega Ambiente Angelo Mancone si sono ritrovati a fare il punto sulla situazione il vero promotore e artefice dell'istituzione dell'area marina protetta, il sub Piero Mescalchin, l'assessore all'Ambiente Sergio Vianello, il presidente del club padovano Francesco Menegalle e il presidente dell'associazione albergatori Giuliano Boscolo.
Numerosi gli interrogativi sui motivi che avrebbero portato alla mancata emanazione del decreto, che in bozza era pronto e noto. Non esiste alcuna opposizione interna. Anzi la città intera va orgogliosa di questo patrimonio ambientale. Avevano dato il loro assenso anche i rappresentanti dei pescatori. Addirittura gli albergatori avevano sponsorizzato l'istituzione presentandola già in varie fiere europee e ottenendo l'interesse di grossi tour operator. E allora? Una ipotesi potrebbe essere quella di un congelamento della richiesta del comune di fronte alla successiva proposta avanzata dal presidente regionale Giancarlo Galan, più ambiziosa ma di più difficile realizzazione, perché riguarda l'intera fascia costiera e prevede addirittura una sorta di muraglia sottomarina.
Ma il blocco potrebbe essere stato imposto anche da altri soggetti interessati al bacino dell'Alto Adriatico, in particolare ai suoi giacimenti di gas metano. Ma la ragione potrebbe essere più semplice e banale. «Spero tanto - ha detto l'assessore Vianello - che si tratti solo di un intralcio burocratico dovuto all'inerzia degli apparati. Per questo già domani inoltrerà richiesta scritta per conoscere le obiezioni, se esistono, che hanno interrotto un percorso già concluso». Non si può attendere perché la salvaguardia di questo patrimonio riguarda non solo la conservazione ambientale, ma anche il futuro della pesca e del turismo.




 
   
 
 
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