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Galan si prende il mare Adriatico
 
Venezia, domenica 24 febbraio 2002, S. Edilberto re

REGIONE
 



Un fotografo sub nella zona delle Tegnue davanti a Chioggia

Galan si prende il mare Adriatico
Rivoluzionaria proposta
di tutela delle acque venete


VENEZIA. Giancarlo Galan si prende il mare Adriatico. Con una mossa a sorpresa, anche se non del tutto originale (cosa che gli secca parecchio ammettere), il presidente del Veneto ha dichiarato ieri «area marina protetta» le Tegnùe di Chioggia e di Caorle, due vaste aree di fondale marino a 2-3 miglia dalla costa, davanti alle rispettive città e «zona di tutela biologica» l'intero litorale del mare Adriatico, dal Delta del Po al Tagliamento, a partire da 300 metri dal bagnasciuga fino a 3 miglia al largo. L'ha fatto presentando un disegno di legge, a cui stava lavorando da mesi (e in gran segreto a quanto pare) ad un pubblico selezionato di autorità e gente di mare, arrivati alla Stazione Marittima per l'inaugurazione del salone nautico Venice Floating Show.
L'«area marina protetta» equivale ad un parco: sopra le Tegnùe non si potrà fare nulla, tutto vietato, niente permesso, neanche l'attraversamento (i limiti saranno ovviamente segnalati). La «zona di tutela biologica» ha vincoli minori, ma non da sottovalutare: per esempio è vietatissima la pesca professionale. Non saranno solo parole: parallela alla costa, dal Po al Tagliamento, sulla linea delle 3 miglia, verrà creata sul fondale una barriera artificiale, larga 20 metri, alta al massimo 2, fatta da tripodi e materiali inerti. Non sarà segnalata. Lo scopo dichiarato di Galan è rendere la vita dura ai pescherecci che oggi, nonostante i divieti, arano il fondale non solo sottocosta ma anche in laguna, perfino dietro alla Giduecca.
Attenzione: è ancora un disegno di legge, dunque parlare di «annessione del mare Adriatico» è una forzatura. Ma tale si rivelerà, una volta che la legge sarà approvata dal Consiglio regionale.
Purtroppo, la valenza rivoluzionaria dell'intervento di Galan, che in un colpo solo ha espropriato il ministero dell'Ambiente, il ministero dell'Agricoltura, il Demanio dello Stato e chiunque altro abbia ereditato le competenze della defunta Marina mercantile (tutta gente che avrà ovviamente qualcosa da dire), si è persa nell'infelice gestione comunicativa dell'evento, come direbbe un pierre. Il presidente parlava ad un pubblico eterogeneo, proiettando lucidi come un conferenziere, sotto la mira delle telecamere, ma senza che i giornalisti potessero fare domande, perché a fine del suo intervento è partito il dibattito inaugurativo del salone nautico, nella stessa sala e con lo stesso pubblico. Ma senza i giornalisti, che intanto inseguivano il presidente sul ponte della nave Cezanne, dove si era svolta l'anomala conferenza stampa. Risultato: Galan accerchiato dai microfoni in caccia di una sparata su qualunque tema; venti metri più in là, gli oratori del Venice Floating Show a parlare nel disinteresse dei media. Due danni in un colpo solo.
Va anche detto che il presidente non ha dimostrato alcun interesse ad approfondire il punto, sicuramente cruciale, delle competenze. «E' chiaro che stiamo coinvolgendo il demanio dello Stato - ha detto durante l'esposizione - ma ci vuole un po' di ottimismo per cominciare». Poi, tallonato sul ponte della Cezanne, ha liquidato la faccenda con uno sbrigativo «fatevelo spiegare dai miei collaboratori». In effetti i suoi collaboratori hanno ben presente il problema, tanto che gliel'hanno sunteggiato in una cartella «analisi dei punti problematici», che il presidente aveva a disposizione. Purtroppo, non ne vengono fuori neanche loro: la capacità della Regione Veneto di decidere sulle acque territoriali riposa sul Dlgs 143 del 1998 che non riserva espressamente allo Stato le zone di tutela biologica, prima invece assegnate con chiarezza dal Dpr 1639/68 art. 98. «Tale funzione sembrerebbe passata alla Regione - scrivono i funzionari -. Però al ministero ritengono che sia ancora dello Stato, in quanto assorbita dalla competenza statale in materia di ambiente. Rimedio proposto: nella proposta di legge non c'è una diretta affermazione di competenza ma viene previsto che la giunta ponga in essere tutte le iniziative necessarie per promuovere l'istituzione delle zone di tutela e delle limitazioni e divieti di pesca. In tal modo durante la fase applicativa, quando sarà chiaro tra Stato e Regione il quadro delle competenze, provvederanno all'istituzione o il Ministero o la Regione». Oppure si metteranno a litigare.
Con questa incertezza sul nord-bussola, comincia l'avventura di Giancarlo Galan alla conquista dell'Adriatico. Tutti i particolari si possono leggere in Internet al sito: http://www.regione.veneto.it/
, arricchito con foto iconate «saccheggiate a tappeto» dal sito: http://www.mescalchin.it/ di Piero Mescalchin (l'espressione è sua), il sub padovano che ha censito 3000 tegnùe, si batte da vent'anni per questo obiettivo e ha dato avvio all'operazione, ma non sapeva nulla. C'è perfino un fondale irlandese, che non c'entra niente con l'Adriatico. Succede, a copiare.


   

 

 
   
 
 
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