CHIOGGIA CAVARZERE |
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Convegno a Chioggia Già avviata la richiesta al ministero dell'Ambiente
Sergio Ravagnan
CHIOGGIA. Il progetto di istituire un parco marino protetto - il primo del Veneto - nell'area di mare a tre miglia dalla costa di Chioggia conosciuta come «Tegnùe», non è più un'utopia alimentata dalla passione di pochi pazienti studiosi. E' ormai un obiettivo chiaro e determinato assunto dall'amministrazione comunale che si è concretizzato in una precisa richiesta al ministero dell'Ambiente. Intanto, come tappa intermedia e più facilmente praticabile si cercherà di far dichiarare quel tratto di mare (due miglia per due, profondo una ventina di metri), area di tutela biologica. Insomma un regime di salvaguardia per questo straordinario patrimonio ambientale che può essere anche di grande impatto sull'economia ittica in quanto riconosciuta come oasi di ripopolamento. In questo caso la decisione risulta anche più ravvicinata e per certi aspetti meno verticistica, perché di competenza della commissione consultiva della pesca del compartimento di Chioggia, in cui sono rappresentati anche i pescatori. Questi concetti sono stati ribaditi ieri in auditorium in un convegno a cui hanno partecipato il sindaco Guarnieri e l'assessore all'Ambiente Tiozzo. Per l'occasione sono stati chiamati anche i pionieri di quest'idea: il ricercatore Antonio Stefanon, che fu tra i primi a studiare le caratteristiche geologiche peculiari di un ambiente da barriera corallina e il sub Piero Mescalchin che ha fatto conoscere con i suoi filmati tutta la bellezza e rarità delle specie di flora e fauna. Mescalchin è riuscito letteralmente ad incantare con le sue immagini subacquee una platea particolarmente attenta. Tanti fino a quel momento delle «Tegnùe» conoscevano soltanto la vecchia leggenda di un'antica Chioggia sommersa. La presenza autorevole del professor Bruno Battaglia, accademico dei Lincei, è stata una sorta di consacrazione scientifica della validità culturale di questa battaglia.
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