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Tegnue in balia dei pescatori

 

13-12-04

 
Pag. 13, Provincia
 
 
 
Il presidente Mescalchin chiede il divieto di ancoraggio
«Tegnùe in balia dei pescatori»

 
 
 
 

CHIOGGIA. Tegnùe in balia della pesca e dell’immersione selvaggia. A lanciare l’allarme è il presidente dell’associazione «Le Tegnùe», Piero Mescalchin, che chiede un’ordinanza che vieti l’ancoraggio nella zona di tutela biologica e maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine. A più di un anno dall’avvio del progetto triennale di valorizzazione, promozione e gestione delle Tegnùe, l’associazione stila il primo bilancio e rileva le problematiche non ancora risolte. «Così non si può continuare - spiega il presidente Piero Mescalchin - l’impegno che ci siamo assunti è inutile se non vengono effettuati i controlli e la zona rimane in balia di chiunque. Stiamo chiedendo da oltre un anno un’ordinanza che vieti l’ancoraggio, indispensabile per preservare l’integrità dei fondali. Stanno continuando le attività di pesca professionale, tanto che abbiamo trovato delle reti incastrate nelle tegnùe, e le immersioni senza guida dei sub. Inoltre vengono scaricati materiali reflui come se le Tegnùe fossero una discarica. Ho la sensazione che questo avvenga perché non ci sono i controlli necessari: Capitaneria di porto, Guardia di finanza e Polizia dovrebbero monitorare la zona ed impedire che continuano a ripetersi queste attività che minano la sopravvivenza del patrimonio biologico unico delle tegnùe. Noi abbiamo preparato il regolamento per l’utilizzo dell’area, abbiamo già posizionato le prime quattro boe per l’ancoraggio e nei prossimi mesi ne sistemeremo altre quattro, ma senza l’ordinanza e i controlli è tutto inutile». Non usa mezze parole Mescalchin nello spiegare cosa ancora non funzioni nella gestione delle Tegnùe. Le infiorescenze rocciose al largo di Chioggia sono state riconosciute zona a tutela biologica dal Ministero delle politiche agricole e forestali nell’agosto del 2002, nell’estate del 2003 la Regione ha approvato e finanziato il progetto di gestione dell’area, affidandolo all’associazione, ma l’integrità degli esemplari vegetali e animali presenti eccezionalmente in questi fondali (spugne, anemoni, ofiure, astici, merluzzetti, gronghi) non è ancora assicurata. (Elisabetta Boscolo Anzoletti)

 
   
 
 
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