di Elisabetta Boscolo Anzoletti
SOTTOMARINA. Addio all’hotel Ritz. Da ieri lo storico albergo a quattro stelle, meta dagli anni ’70 di una clientela d’elite proveniente da tutto il mondo, è stato ribattezzato hotel «Le Tegnùe», in omaggio al parco marino al largo di Chioggia. Il cambio di denominazione consegue ad un contenzioso legale con il Ritz di Parigi, unico ad aver depositato il nome, che ha diffidato tutti gli omonimi sparsi sul territorio nazionale. La nuova insegna è stata esibita ieri durante l’assemblea annuale dell’associazione Tegnùe. Non si tratta di una novità di poco conto. Dal ’73 l’hotel Ritz, nel cuore del lungomare Adriatico, costituisce un punto di riferimento nell’offerta ricettiva, forte di un marchio che ha sempre evocato nella clientela internazionale standard di qualità. Dopo 32 anni di attività, una battaglia legale a colpi di copyright ha scosso le certezze del Ritz e lo ha costretto a rinnovarsi, lanciandosi in un’altra scommessa che punta sulle qualità del territorio. Da qui la scelta delle Tegnuè. «La diffida del Ritz di Parigi - spiega Elisabetta Boscolo Meloni, titolare dell’hotel - per noi è stata un’opportunità. Crediamo di aver contribuito in maniera forte alla storia del turismo balneare di Sottomarina, sempre alla ricerca di migliorare il prodotto e di differenziarlo, ma non siamo mai riusciti a distinguerci in maniera decisa. Poi è successo un fatto strano e inaspettato. Il Ritz di Parigi, dopo 100 anni, si è svegliato e ha diffidato tutti gli omonimi». La battaglia legale ha portato ad un bivio: pagare ogni anno i diritti d’autore (qualcosa come oltre 100 mila euro) o cambiare nome e ricominciare sotto un’altra veste. «Abbiamo approfittato della contingenza - continua la titolare - per cambiare il nostro modo di fare impresa, rinnovando oltre al nome l’offerta, cercando di “vendere” il territorio: il patrimonio naturale, culturale, gastronomico e religioso, la qualità dell’aria e della sabbia. Le Tegnùe sarà un albergo tematico che coinvolgerà il cliente in esperienze nuove, oltre la spiaggia e la tintarella». La novità è stata ovviamente colta con entusiasmo dall’associazione Tegnuè riunita per l’assemblea annuale. «Per tutelare le Tegnùe - spiega il presidente Piero Mescalchin - non è più sufficiente la nostra opera di volontariato. La Capitaneria di porto non ha ancora emesso l’ordinanza per vietare l’ancoraggio. Trovo riprovevole che sia solo l’associazione a sollecitare questi provvedimenti. Le autorità cittadine otterrebbero una risposta più immediata. Ho rivolto un appello accorato a tutti, ma al momento ho ottenuto solo parole, parole, parole». |