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Affondiamo il "Notios" sulle Tegnue di Chioggia

 


Chioggia. Nave incagliata all’ingresso del porto: la proposta di Mescalchin
 
«Affondiamo l’Evdokia nelle Tegnùe»

Obiettivi il ripopolamento faunistico e l’incremento del turismo subacqueo

 

 

di Elisabetta Boscolo Anzoletti
 CHIOGGIA. Affondare il mercantile russo alle Tegnùe per creare un ripopolamento faunistico e una meta di pellegrinaggio per i sub di tutto il mondo. L’idea, che sta raccogliendo consensi entusiastici, è del presidente dell’associazione Tegnùe onlus, Piero Mescalchin.
 Riguarda l’imbarcazione che da 25 anni è incagliata all’ingresso del porto, il cui nome originale è Notios Hellas, ma che è stata ribattezzata Evdokia I per la somiglianza con un mercantile naufragato nel 1991, denominato Evdokia II. Della bonifica dell’imbarcazione si parla da settimane, da quando il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, si è reso disponibile a collaborare, anche economicamente, all’operazione. Le ipotesi d’intervento finora prevedevano la demolizione al largo o, più onerosa, in loco. Ora però si affaccia una terza soluzione, che rappresenta una novità assoluta. «La nave deturpa il paesaggio e va rimossa - concorda Mescalchin - ma quale occasione migliore per affondarla, dopo la bonifica dello scafo, nella zona di tutela biologica delle Tegnùe? Esiste un’area rilevata con la scansione realizzata nel 2003 dall’Icram priva di rilievi rocciosi: il posto ideale per posare il relitto. La colonna d’acqua in quel punto è caratterizzata sul fondo dalla scarsa visibilità per il fango dei fiumi. Spesso in superficie galleggia acqua dolce ugualmente torbida, ma la fascia centrale è di solito limpida. La parte alta del relitto non disturbata dal deposito fangoso e con l’illuminazione del sole favorirebbe lo sviluppo di innumerevoli forme di vita e sarebbe una manna per il turismo subacqueo». Una nuova legge europea permette l’affondamento di relitti come barriere artificiali. «L’idea dell’affondamento ci piace - commenta il sindaco, Romano Tiozzo - Una nave che oggi rappresenta un impatto ambientale forte e fonte di inquinamento diverrebbe una risorsa turistica golosa. La fattibilità del progetto si conoscerà solo dopo l’ispezione a bordo per la bonifica sanitaria (ci sono parti in amianto, idrocarburi, vernici e colonie di animali) e la verifica della staticità». La tempistica dell’intervento, che costerà qualche milione di euro, sarà decisa martedì prossimo in una nuova conferenza dei servizi con tutti i soggetti coinvolti nell’operazione.

 
   
 
 
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