CHIOGGIA. L’Evdokia verrà demolita. L’ipotesi di affondare il mercantile russo, incagliato da 25 anni davanti al porto, nella zona delle Tegnùe è sfumata perché l’imbarcazione non può essere trasportata. L’ha stabilito la terza conferenza dei servizi che si è tenuta ieri alla presenza di tutti i soggetti coinvolti nell’operazione di bonifica (ministeri dell’Ambiente, e della Sanità, Magistrato alle acque, Icram, Rina, Capitaneria di porto, Asl 14, vigili del fuoco). La demolizione, che dovrà seguire un rigido protocollo per garantire la sicurezza degli operai e ridurre il rischio di inquinamento, inizierà prima di Natale. L’idea di affondare la nave e creare una zona di ripopolamento faunistico e di attrazione per i sub piaceva a tutti, ma gli ultimi rilievi dell’Icram hanno provato che uno spostamento potrebbe causare il collasso della struttura. «Non ci sono alternative alla demolizione in loco - spiega il sindaco Romano Tiozzo - Il piano di lavoro, che sarà definito nel dettaglio di costi e tempistica entro un mese, prevede la realizzazione di un palancolato attorno al relitto. Seguiranno le operazioni di sezionamento della nave e di bonifica del sito, affidate a ditte specializzate». Gli interventi, coordinati dal Magistrato alle acque, saranno preceduti dal sopralluogo dell’Asl 14 per la derattizzazione. «La rimozione sarà il nostro regalo di Natale alla città - spiega il funzionario del ministero dell’Ambiente, Erasmo Venosi - Il relitto crea grossi problemi di impatto ambientale perché contiene amianto e idrocarburi fossili e si trova in un sito di interesse comunitario e in una zona di protezione speciale». (Elisabetta Boscolo Anzoletti)
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