Sono iniziate le ricerche nella zona di Tutela Biologica delle Tegnue di Chioggia fatte dall’Associazione “Tegnue di Chioggia” – onlus che gestisce l’area.
Con l’imbarcazione “Tengue I” messa a disposizione della Regione Veneto, grazie alla scansione tridimensionale ad altissima risoluzione fatta lo scorso anno con la nave Oceanografica “Astrea”, si è iniziato ad indagare con immersioni mirate su oltre 200 punti di interesse programmati.
Ecco il primo risultato: un ceppo d’ancora Romana databile I° secolo A. C. presumibilmente di una imbarcazione di pescatori. Proprio le “Tegnue” devono avere trattenuto l’ancora con la rottura della cima; mancano come quasi sempre le parti lignee disgregatesi nel tempo, si infilavano nel foro centrale ed erano il fusto e le marre.
Era prevedibile che un lavoro di ricerca sistematico fatto sull’immensa area delle Tegnue di Chioggia (oltre 25Kmq) portasse alla scoperta di reperti archeologici. Siamo solo agli inizi, ci vorranno molti mesi per indagare tutta l’area.
Siamo in attesa di un robot subacqueo (ROV) previsto dal programma concordato con il Comune di Chioggia, agevolerà le ricerche, specialmente nel periodo invernale quando l’acqua dell’Adriatico scende di parecchi gradi e rende difficoltosa l’immersione del subacqueo. L’ancora è stata immediatamente consegnata al Museo Civico di Chioggia.
Le operazioni di ricerca che si stanno effettuando hanno anche altri scopi quali la ricerca biologica che potrebbe portare alla scoperta di nuove specie come già avvenuto nel passato, e l’individuazione di nuovi punti di immersione da alternare ai preesistenti per favorire il turismo subacqueo.
Dobbiamo costatare però, che ancora molte sono le reti impigliate sul fondo nonostante il divieto di pesca sia in vigore ormai da dieci anni; oltre al danno a flora e fauna le reti vanno a rovinare i percorsi subacquei messi con opera di volontariato dai Club Subacquei del Veneto che collaborano con l’Associazione.
I percorsi subacquei oltre che accompagnare il sub sui punti più interessanti del sito, sono fondamentali per la sicurezza dell’immersione.
Il degrado maggiore comunque lo stanno procurando le tantissime reti abbandonate dai pescatori e rifiuti di ogni genere gettati in mare. Abbiamo la speranza che si faccia appello alla coscienza di tutti perché chi frequenta il mare lo rispetti e finisca la vergognosa abitudine di vederlo quale discarica.
