CHIOGGIA. Divorzio tra
l’associazione Tegnùe e il Comune. Dopo 30 anni di immersioni per passione e
dodici di impegno per la valorizzazione delle Tegnùe con l’associazione onlus,
Piero Mescalchin lascia la gestione della zona di tutela biologica. Nessuno ne
parla ufficialmente ma la conferma arriva dall’assenza di Mescalchin e dei
rappresentanti dell’associazione tra i relatori del convegno che si terrà oggi
a palazzo Grassi su “Interventi per la tutela, la promozione e lo sviluppo
della zona costiera delle Tegnùe”.
Un intero pomeriggio a
parlare di Tegnùe senza colui che le ha scoperte e ne ha fatto un marchio
distintivo per Chioggia. Suonava strano e infatti, malgrado non ci sia molta
voglia di parlarne, le strade dell’associazione e del Comune si sono separate.
«Sono amareggiato»,
spiega Mescalchin, «sulle Tegnùe ho investito anni della mia vita, energia e
soldi. È un patrimonio immenso, ma la città non ha saputo valorizzarlo. Non
potevamo più continuare ad assumerci la responsabilità di quello che accadeva
nell’area senza avere un rapporto diretto con l’ente che dispone dei fondi. Se
sono arrivati soldi a Chioggia per preservare l’area e se è stata riconosciuta
zona a tutela biologica, è perché noi volontari ci siamo battuti in tutte le
sedi. Siamo rimasti esposti con soldi, tanti soldi, per mesi, abbiamo lavorato
sempre a titolo gratuito, ma non c’erano più le condizioni per andare avanti.
Troppi sgambetti e lo strapotere di qualche dirigente. Durante la giunta di
Romano Tiozzo è stato pure assunto un consulente che invece di favorire i
rapporti tra associazione e Comune, li complicava. In questi anni sono arrivati
in città 1.200.000 euro. Tanti soldi che forse hanno creato ansie».
Il sindaco nega che ci
siano stati problemi. «L’associazione Tegnùe ha ricevuto l’invito al convegno»,
spiega Giuseppe Casson, «l’associazione ha rinunciato a collaborare con il
Comune già da due anni, nell’aprile 2013, risolvendo la convenzione. Da allora
il Comune si è attivato per cercare altri interlocutori e ha trovato un punto
di riferimento nella nuova associazione “Reef Chioggia”, che gratuitamente e
senza scopo di lucro, si è messa a disposizione da maggio 2014 per collaborare
con noi e la Regione».
Ma all’operazione di
pulizia dei fondali di domenica scorsa nessuno della nuova associazione ha
preso parte. «Continueremo le collaborazioni con Ispra e università di Padova»,
precisa Mescalchin, «continueranno anche le immersioni e l’impegno a promuovere
le Tegnùe, ma a titolo personale».
Elisabetta Boscolo
Anzoletti
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