CHIOGGIA. «Le boe
alle Tegnùe ci sono e l’uso del finanziamento è rendicontato e consultabile con
un normale accesso agli atti». Lo precisa il coordinatore del progetto di
tutela, Roberto Sandrini, in risposta alle accuse che da tempo vengono lanciate
dal presidente dell’associazione Tegnùe, Piero Mescalchin e dalla capogruppo
del Pd Barbara Penzo che ha portato l’istanza in Consiglio.
«Continuiamo a leggere sui social e sui giornali
che l’area delle Tegnue è abbandonata e non attrezzata per accogliere i sub»,
spiega Sandrini, «vorremo ribattere sui social ma ci è stato interdetto
l’accesso, dopo alcune note scritte che puntualizzavano affermazioni scorrette,
alla faccia della trasparenza. A prova che le boe sono state calate in acqua, e
speriamo vi rimangano a lungo, abbiamo molte testimonianze raccolte dagli
stessi sub che l’11 giugno erano presenti nell’area». Nel sito, www. tegnue.
chioggia. org, si possono anche leggere alcuni di questi sms: quello del diving
Tegnùe Chioggia, dell’Aqua club Nautilus di Cittadella e del Circolo subacqueo
clodiense.
«Le Tegnùe sono pronte a accogliere i sub per
l’estate 2017», assicura Sandrini, «Speriamo solo che non intervengano fatti
umani e meteorologici a danneggiare quanto fatto e che boe, mede e percorsi
rimangano a disposizione di tutti. Le comunicazioni ufficiali le veicoliamo sul
nostro sito visto che sui social non ci è permesso il contradditorio». (e.
b. a.)
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