CHIOGGIA. Si
chiama scientificamente gastropteron Rubrun ed è un mollusco,
una specie di lumaca di mare di colore scarlatto che assomiglia molto ad
un’orchidea fluttuante nell’acqua, il soggetto immortalato in Croazia che ha
permesso a Claudio Zori, odontoiatra di Portomaggiore con la passione per le
immersioni, di vincere la sesta edizione del concorso fotografico “Trofeo Alto
Adriatico 2018” , organizzato, come ogni anno, dall’Associazione Tegnue di
Chioggia, sapientemente presieduta dal padovano Piero Mescalchin, che ha fatto
conoscere a tutti il meraviglioso mondo sommerso delle tegnue al largo di
Chioggia.
Ma l’edizione di quest’anno, che ha registrato
il pienone nella sala dell’Auditorium San Nicolò sabato scorso, ha voluto
soprattutto ringraziare i 12 diving club veneti che si sono adoperati per il
posizionamento delle boe sull’area protetta delle tegnùe, permettendone così le
immersioni. Club che per la loro attività di volontariato hanno ricevuto un
riconoscimento dal consorzio di promozione turistica Lidi di Chioggia,
rappresentato dal vicepresidente Giuliano Boscolo. Ed è dunque grazie a loro
che si è risolta una questione che rischiava di oscurare un grande patrimonio
ambientale catalogato come sito di interesse comunitario dall’Unione Europea.
Tornando al concorso, va detto che il lavoro
della giuria non è stato semplice perché «se una volta una pellicola
fotografica conteneva 36 scatti di cui solo 12 buoni, oggi con il digitale le
foto da selezionare sono centinaia». Nella categoria Esordienti il primo premio
è andato a Pierantonio Rossato di Castelfranco, che ha preceduto Adriano Brollo
e Alberto Criscuolo. Nella stessa categoria un premio speciale è andato a
Claudia Ceolin, Roberto Zanesco e Maurizio Ferraù. Nella categoria Affermati,
invece, come detto il primo posto è andato a Claudio Zori, che si è piazzato
davanti a Fabio Iardino e Marco Fantin. I premi speciali sono invece stati
assegnati a Davide Lombroso e Fabio Iardino. Interessanti anche le foto delle
gocce che rimbalzano sull’acqua di Luca Sambo, mentre la colonna sonora è stata
affidata al maestro Giovanni Polloni, accompagnato dal violino di Riccardo
Penzo. —
Daniele Zennaro
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