CHIOGGIA. Tegnùe dimenticate. A 50 anni dalla “scoperta”
del patrimonio sommerso nei fondali di Chioggia, Piero Mescalchin, cuore e
anima dell’oasi di tutela biologica, sta per dare alle stampe un libro che
racconta luci e ombre di mezzo secolo con un certo rammarico per l’epilogo
degli ultimi anni quando la manutenzione del parco marino è affidata unicamente
alla buona volontà dei volontari. Mescalchin ricorda gli anni d’oro, a inizio
Duemila, quando la politica tutta si è interessata della promozione e della
tutela delle Tegnùe, con importanti fondi regionali dedicati, e poi il lento
declino dell’interesse.
LIBRO
«Chioggia è in campagna elettorale e ho notato
con piacere che c’è chi si è ricordato del mare e delle sue Tegnùe», spiega
Mescalchin. «Spero che la nuova amministrazione abbia più cura della precedente
e protegga le sue bellezze e le sue risorse. Sto per dare alla stampa il mio
libro, “I colori delle Tegnùe”. Ho raccolto tante belle fotografie e narrato
vicissitudini buone e meno buone fino a una riflessione su quale possa essere
il futuro di questo patrimonio».
Sono passati 50 anni dai primi pensieri di
creare davanti a Chioggia una zona di rispetto per la pesca, zona martoriata
dallo scarico di reti usate, rifiuti di pesca e spesso meta di imbarcazioni che
scaricavano il materiale refluo. Nel 2000 Mescalchin presentò al Comune un
dossier per richiedere che la zona fosse dichiarata protetta, il che avvenne
nel 2002.
INTRALCIO
«L’eco del mio lavoro giunse in Regione: fu la
svolta. Ebbi un finanziamento per porre le basi di un parco marino fruibile
anche turisticamente. Mi accorsi che purtroppo la protezione dell’ambiente non
era il fine, ma un mezzo per promuovere altre iniziative che poco avevano a che
fare con il mare. Quando poi cominciarono a girare molti soldi si risvegliò
l’appetito di tanti e io mi sentii usato. Mi rifiutai: passare dalla popolarità
a essere un intralcio è stato un attimo. Finiti i finanziamenti, l’area delle
Tegnue è rimasta abbandonata e solo con l’impegno della nostra associazione
abbiamo continuato a mantenerla praticabile al turismo subacqueo, ripristinando
punti di immersione, boe e percorsi di sicurezza. Ma non mollo: forse uno di
quei bimbi che incontro a scuola e che guarda con occhi pieni di meraviglia i
miei filmati, porterà avanti il mio amore per il mare».
|