CHIOGGIA. Attrezzi da pesca, scarti di lavorazione ma anche pezzi di
automobili tra i rifiuti trovati nei fondali delle Tegnùe. La giornata di
pulizia straordinaria dell’oasi a tutela biologica si è conclusa con un
bottino, purtroppo, piuttosto corposo. Domenica scorsa si sono ritrovati oltre
200 sub volontari che si sono immersi nelle Tegnùe per ripulire i fondali da
tutto quello che diportisti e soprattutto pescatori vi abbandonano. Dall’ultima
grande pulizia dei fondali erano passati quasi 10 anni. «L’operazione», spiega
il presidente dell’associazione “Tegnùe”, Piero Mescalchin, «aveva una duplice
valenza: esaltare l’interesse vivo e pulsante per quest’area biologica, ed
evidenziare i pochi passi fatti nella mentalità di chi, ancora con troppa
superficialità, continua ad usare il mare come fosse la propria discarica
personale».
Tra il materiale
riportato in superficie pezzi d’automobili, di barche, immondizia comune e
scarti della pesca tra cui i retini da mitili, devastanti per l’ecosistema
marino. «L’uscita delle imbarcazioni con i volontari da Punta Poli», racconta
Mescalchin, «è stata spettacolare. La colonna sonora ideale sarebbe stata la
Cavalcata delle Valchirie tale era l’imponenza del numero di mezzi e l’effetto
scenico. Ogni partecipante ha ricevuto una maglietta celebrativa e un retino
acquistati grazie alle donazioni dei privati e del Credito cooperativo di Piove
di Sacco». Ogni imbarcazione ha operato su una boa rientrando poi per scaricare
il materiale raccolto. Presenti anche tre mezzi della Capitaneria di porto, due
della Polizia di Stato, la Croce Rossa e alcune associazioni marittime. «Le
Tegnùe sono il parco marino di Chioggia» conclude Mescalchin «chi vorrebbe nel
proprio giardino una discarica?». (e.b.a.)
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