CHIOGGIA. Sono passati dieci anni da quando, il 5
agosto 2002, è stata istituita la Zona di tutela biologica delle Tegnùe di
Chioggia, la prima del Veneto. L'associazione omonima, presieduta Piero
Mescalchin, alla quale il Comune ha affidato la gestione dell’area, ha
organizzato una serata, per amici e simpatizzanti, per ricordare
l'anniversario, sabato, alla darsena Marina del Sole, con cena e proiezioni
video. Ma si tratta solo di una “pausa” nell'impegnativo lavoro che
l'associazione sta conducendo per valorizzare e far conoscere questo “paradiso
sommerso”. Tra i prossimi obiettivi c'è la creazione di una nursery per le capesante.
«Nel 1977», racconta Mescalchin, «una vastissima anossia uccise quasi tutte le
capesante che si trovavano in grande quantità nella parte centrale delle
Tegnue, protetta naturalmente da una corona rocciosa». L'obiettivo ora è di
ripopolare questa zona attraverso il rilascio di capesante di taglia non
commerciale per ottenere un numero stabile di riproduttori autoctoni protetti,
in modo da garantire il mantenimento questa specie pregiata attraverso la
dispersione delle larve pelagiche nella stagione riproduttiva. L'area in
questione potrebbe ospitare più di 50mila esemplari. Un piccolo foro sul bordo
della conchiglia, come riconoscimento per evitare che vengano illegalmente
ripescate e messe in commercio. L'indispensabile collaborazione dei pescatori all'operazione
potrebbe essere premiata con incentivi e con un compenso. Inoltre alcuni
relitti di pescherecci in disarmo, opportunamente bonificati, potrebbero essere
affondati per chiudere i due accessi (est e ovest) all'area e costituire un
“parco relitti” per le immersioni subacquee. (d.deg.)
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