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Erika Boscolo Moretto

Chioggia e il turismo verde: il caso delle Tegnue

Tesi di Laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Venezia, Ca' Foscari. 

Relatore: Prof.ssa Maria Carla Furlan. Anno Accademico: 2002-2003

 INTRODUZIONE

Vivendo in una città di mare ed essendo quotidianamente a contatto con le sue caratteristiche, ho trovato stimolante affrontare una “nuova tipologia” di sviluppo turistico come argomento del mio elaborato, in particolare il caso delle “tegnùe” come turismo ecosostenibile.
Chioggia è una città “fotogenica”. Non le serve il cerone o il rossetto per mettere in mostra tutta la sua bellezza.
Appare ai nostri occhi come un singolare e pittoresco microcosmo, raccolto in se stesso, ma capace di un’infinita varietà di sfaccettature, sempre inedite, come ad esempio il turismo culturale, balneare, subacqueo e ambientale.
Un inedito di forme e colori, che si compongono e sovrappongono in una alternanza di terra e acqua.
Il patrimonio culturale, storico ed artistico, insieme al complesso delle risorse ambientali, naturalistiche e paesaggistiche costituiscono oggi uno dei più promettenti ambiti economici di sviluppo nel clodiense.
Dal quadro generale della località emerge che il settore del turismo ha avuto e continuerà ad avere grande importanza per Chioggia – Sottomarina, la quale continua ad esercitare una grande attrattiva per il suo patrimonio, e quindi è prioritario che lo si tuteli.
La realizzazione di un turismo sostenibile, in grado di conciliare sviluppo del turismo e protezione naturale e culturale, risulta infatti di vitale importanza considerando che la località è interessata all’espansione dello stesso, soprattutto in termini di crescita locale e creazione di posti di lavoro.
Viste le prospettive del settore, la grande rilevanza economico – sociale, l’esigenza di protezione e valorizzazione dell’ambiente naturale e culturale, dovrà essere data priorità alla promozione di un turismo realmente equilibrato e sostenibile.
Inizierò quindi ad analizzare la situazione turistica della località, per poi arrivare a trattare sotto un’ ottica ambientale il ruolo che può assumere un’area protetta marina.
Il richiamo della nostra località è fondato in larga parte sulla ricchezza e sulla varietà delle risorse naturalistiche, che tuttavia non sono ancora sufficientemente considerate in tutta la loro potenzialità come nel caso delle Tegnùe. L’ambiente marino, in particolare, nonostante rappresenti uno dei maggiori motivi di attrazione, continua ad essere considerato prevalentemente in funzione della balneazione.
C’è da notare che le esigenze dei turisti stanno diventando sempre più complesse, di conseguenza essi non si accontenteranno più della classica forma “sole e mare”, ma vorranno qualcosa di nuovo, di diverso, di integrante che li faccia sentire parte sinergica dell’ambiente e non come parte alterante, nociva dell’ecosistema.
Tuttavia il turismo, se pianificato e gestito secondo canoni di sostenibilità può senza dubbio svolgere un’importante azione di tutela e di protezione ambientale, nonché di salvaguardia delle specie naturali.
Quindi la zona di tutela biologica delle Tegnùe costituisce un punto focale per il “nuovo” sviluppo ecoturistico, grazie alla possibilità di osservare, in condizioni di ridotto disturbo antropico e di confidenza verso la flora e fauna marina.
Il naturalismo subacqueo può realizzare un importante congiunzione tra turismo ed educazione ambientale che, a fianco dell’aspetto conservazionista, costituiscono forse la principale “ragion d’essere” dell’area di tutela biologica.

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