Popolamenti
dei fondali
I
fondali delle Tegnùe di Chioggia ospitano una flora ed una fauna
caratteristiche che si differenziano per molti aspetti dal resto del
Mediterraneo. Nel loro insieme i popolamenti bentonici costituiscono quello che
viene solitamente indicato come "coralligeno di piattaforma", ma la
grande variabilità che si osserva rende difficile adottare una classificazione
univoca. Le rocce si accrescono,
come veri e propri reef, grazie ad organismi "biocostruttori",
tra i quali il ruolo principale è svolto dalle alghe rosse della famiglia delle
corallinacee. Gli altri organismi che partecipano con i propri gusci e scheletri
alla formazione delle rocce sono madreporari, molluschi bivalvi e gasteropodi,
policheti serpulidi, echinodermi e briozoi. Contemporaneamente, invece, altre
specie perforano le fragili rocce calcaree e contribuiscono alla loro
demolizione, tra queste un ruolo particolarmente importante è svolto dalle
spugne della famiglia dei clionaidi.
Sulla
sinistra alghe corallinacee in fase di accrescimento, sulla destra spugna
perforanti clionaidi che erodono un tratto di roccia (foto
di M. Ponti pubblicate sulla Guida alla Biologia Marina del Mediterraneo). Tra
le specie caratteristiche dei popolamenti delle Tegnùe di Chioggia vi sono
alghe, poriferi, cnidari, molluschi e tunicati. Le foto che seguono mostrano
alcuni esempi comuni tratti dal nostro archivio fotografico e alcune sono pubblicate nella Guida alla Biologia Marina del Mediterraneo.
Botryocladia botryoides
(foto R. Andreotti) |
Tethya citrina
(foto R. Andreotti) |
Aplysina cavernicola
(foto M. Ponti) |
Axinella polypoides
(foto M. Ponti) |
Dysidea avara
(foto M. Ponti) |
Ircinia variabilis
(foto R. Andreotti) |
Polymastia mammilaris
(foto R. Andreotti) |
Cereus pedunculatus
(foto R. Andreotti) |
Cerianthus membranaceus
(foto M. Ponti) |
Cladocora caespitosa
(foto M. Ponti) |
Epizoanthus arenaceus
(foto A. Mescalchin) |
Cornularia cornucopiae
(foto R. Andreotti) |
Ocnus planci
(foto R. Andreotti) |
Clavelina sabbadini
(foto R. Andreotti) |
Aplidium conicum
(foto M. Ponti) |
Polycitor adriaticus
(foto G. Franceschini) |
I
popolamenti delle Tegnùe sono delicati e vulnerabili innanzitutto perché lo
stesso substrato su cui si sviluppano è fragile per la sua natura calcarea e
porosa. Ancoraggi indiscriminati, attrezzi da pesca ed anche il passaggio di
subacquei indisciplinati possono arrecare gravi danni sopratutto alle specie
sessili, che vivono cioè attaccate al substrato. I
divieti di pesca, di ancoraggio, la creazione di percorsi subacquei e la
diffusione di una maggiore cultura del rispetto sono gli strumenti adottati per
tutelare questi popolamenti. Per
attuare una corretta protezione è prima di tutto necessaria un'adeguata
conoscenza dei popolamenti e delle loro caratteristiche ecologiche. E' per
questo che prima della posa delle boe e dei percorsi subacquei sono stati
avviati degli studi specifici per conoscere la composizione dei popolamenti e la
distribuzione spaziale delle specie sessili. Tra queste sono poi state
individuate alcune specie che per le loro caratteristiche di sensibilità o di
tolleranza ai diversi fattori di disturbo, naturali o antropici, possono fungere
da indicatori dello stato di salute delle Tegnùe. I
siti di studio sono stati suddivisi in tre categorie:
-
siti all'interno della Zona di Tutela
Biologica non segnalati (protezione totale)
-
siti all'interno delle Zona di Tutela
Biologica segnalati con boe (protezione parziale)
-
siti esterni alla Zona di Tutela
(nessuna protezione)
La morfologia di tutti i siti è stata
rilevata col massimo dettaglio possibile. Ogni anno tutti i siti vengono
visitati e controllati dai ricercatori che utilizzano tecniche di indagine
"non distruttive" per valutare lo stato dei popolamenti. Vengono
impiegate tecniche fotografiche e video per limitare al minimo il prelievo di
organismi. Il confronto tra i diversi livelli di protezione permetterà di
valutarne gli effetti sul breve e lungo periodo. In alcuni siti, inoltre, sono
in corso studi e rilievi specifici, come ad esempio lo studio della fauna
meiobentonica, composta da organismi più piccoli di mezzo millimetro. Si
sottolinea che i siti sono gli stessi per tutti gli studi in corso e questo
consente un approccio interdisciplinare alla valutazione della qualità
dell'ambiente. Da
sinistra a destra: foto macro per la catalogazione degli organismi; riprese
video per descrivere il sito; apparecchiatura utilizzata per il campionamento
fotografico quantitativo (foto di P. Mescalchin). Le
ricerche nel settore dei popolamenti bentonici sono coordinate dal Dott. Massimo
Ponti e dal Prof. Marco Abbiati del Centro Interdipartimentale di Ricerca per le
Scienze Ambientali dell'Università di Bologna, con sede a Ravenna. La
caratterizzazione dei sedimenti circostanti le rocce e dei popolamenti
epibentonici di fondo duro, nei diversi siti di studio, è stata oggetto delle
tesi di Laurea in Scienze Ambientali, nuovo ordinamento, di Irene De Giorgi e
Michela Tumedei.
A queste
ricerche collaborano diversi ricercatori dell'Università di Bologna e di tutti gli Istituti coinvolti.
Partecipano inoltre numerosi subacquei
volontari, tra questi un ringraziamento particolare va a Piero e Andrea
Mescalchin e Marco Costantini per le riprese video, Raffaele Andreotti per le
foto, Alfredo Guerra per gli ausili tecnici.
Approfondimenti
Ponti, M. (2001) Aspetti biologici ed ecologici delle
"tegnùe": biocostruzione, biodiversità e salvaguardia. Chioggia - rivista di studi e ricerche 18: 179-194.
Ponti, M.,
Mastrototaro, F. (2005) Distribuzione dei popolamenti ad ascidie sui fondali rocciosi (Tegnùe) al largo di Chioggia (Venezia). 149. In: Riassunti del 36° Congresso nazionale della Società Italiana di Biologia Marina. Trieste. SIBM 324 pp.
(Riassunto)
(Poster)
Ponti, M., Tumedei, M.,
Colosio, F., Abbiati, M. (2005) Distribuzione dei popolamenti epibentonici sui fondali rocciosi (Tegnùe) al largo di Chioggia (Venezia). 150. In: Riassunti del 36° Congresso nazionale della Società Italiana di Biologia Marina. Trieste. SIBM 324 pp.
(Riassunto)
(Poster)
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