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I reef dell'Adriatico - video libro
Presentazione del libro
di Piero Mescalchin
di Piero Mescalchin
Una foto non sarebbe bastata" è un motto che ho usato spesso negli ultimi anni, quando oltre al video, le nuove tecnologie mi hanno permesso, oltre agli amati video, di scattare anche delle foto. Vedere una oloturia prendersi una piccola particella di plancton, il sinuoso muoversi delle stelle marine, il litigio di due paguretti che cercano a vicenda di rovesciarsi o una perchia che cerca di rubare il pasto ad una grancevola, non ha eguali. Tutto questo ti porta a vedere gli abitanti del mare in modo diverso, quasi affettuoso. Ecco il perché di questo nuovo libro. che grazie alla piattaforma di Youtube, mi ha permesso di unire delle brevi clip video alle foto. Basta inquadrare il simbolo Qr con un comune cellulare e ci si può godere l'organismo nel suo ambiente. Non di meno penso al il maggior interesse che spero susciterà il libro, quando andrà in mano ai bambini. Un ringraziamento particolare rivolgo al Maestro Giovanni Polloni, perché molte delle colonne sonore usate nelle clip e nei video video sono di sua composizione.
Introduzione di Angelo Mojetta
https://youtu.be/KVeF744rrNE
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Il libro è disponibile previa donazione a sostegno dell'Associazione di Euro 20,00 (spedizione compresa).
Richiedere a info@tegnue.it
Coordinate Bancarie:
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IBAN IT 71 L 08807 20901 000000117420
Per i residenti in Chioggia o zone limitrofe contattare Marco Costantin (cell. 348 5150472)
I colori delle Tegnue - 50 anni di immersioni e storia
Presentazione
Piero Mescalchin, il guerriero del Mare.
“I colori delle Tegnùe – 50 anni di immersione e storie” emoziona per il talento di Piero Mescalchin, Accademico 2021 e Presidente della Associazione “Tegnùe di Chioggia” – onlus, particolarmente dotato della capacità di creare situazioni e immagini di forte impatto. Il libro è il racconto di un Uomo speciale che, rimasto affascinato dalla bellezza dell’Adriatico, ha dedicato la vita per fare conoscere a tutti il Mare e Le Tegnùe affinché fossero amati e rispettati. Il suo impegno ha reso, dal 2002, le Tegnùe “Zona di Tutela Biologica”. Quotidianamente Piero continua a divulgare fotografie e clip video nelle piattaforme sociali, forte dell’ammirazione della gente buona.
Lo visualizzo ragazzino in riva al fiume con il nonno che gli insegna a galleggiare. Adolescente, pedalare per quattro ore, andata e ritorno, tra Padova e Sottomarina di Chioggia. Qui la gente vedeva un mare sabbioso. Non Piero che ascoltava i racconti dei pescatori su reti trattenute (Tegnùe) da qualcosa. Mosso dalla curiosità, negli anni 70, divenne subacqueo e si procurò un barchino per esplorare i fondali. Altri avrebbero semplicemente fotografato le rocce ricche di vita. Non Piero che si procurò una bussola e un ecoscandaglio per rilevare le asperità del fondo e delimitare sulla carta nautica l’estensione delle Tegnùe. Altri sarebbero stati gelosi della scoperta. Non Piero che, per condividere, costruì da solo il contenitore stagno per la sua piccola cinepresa.
Chi ama molto, lotta tanto. Nel 1989, anno in cui mi trasferii a Ravenna per la direzione del Centro iperbarico, Piero era disperato per l’apparente agonia dell’amato Mare soffocato dalla mucillagine. Il suo grido di dolore si perse nel nulla, contrastato dal silenzio per favorire i guadagni della balneazione. Piero reagì diffondendo i suoi video fino a rompere la omertà e attirare l’attenzione necessaria per salvare il suo Mare.
La vita di Piero è segnata anche da cicatrici. L’entusiasmo l’aveva portato, nel 1992, a creare un movimento per la difesa del Mare per poi accorgersi di interessi personali di qualcuno che utilizzava la causa comune solo per raggiungere propri obiettivi economici o di potere. Compreso che, pure non da tutti, il suo impegno era strumentalizzato Piero, con intelligenza, si sfilò per intraprendere altre strade che lo hanno portato al successo.
Cosa ha reso diverso Piero dagli altri giovani suoi coetanei che, pur nel loro splendore, mai avrebbero sottratto tempo alla loro vita sociale per pedalare quattro ore, esplorare e divulgare le bellezze di un fondale apparentemente piatto? Piero cita Charles Baudelaire: il Mare, nello svolgersi infinito della sua onda, è lo specchio per contemplare l’abisso della propria anima e conoscere le sue intime ricchezze. Piero si distingue per essere un uomo libero. La ricchezza delle Tegnùe è metafora della ricchezza della sua anima. Negli anni ha imparato a conoscere bene se stesso. Ha combattuto con altruismo, generosità e integrità morale. E’ diventato intollerante verso gli egoisti che speculano sul Mare. E’ un leader guerriero che guida un esercito di brave persone che si identificano in lui, nei suoi valori. Me compreso.
Tu che stai leggendo questa prefazione, goditi il libro e fai sapere a Piero che gli sei vicino. Noi, gente che ama il Mare, gli siamo necessari per non mollare. Invitalo nel tuo circolo subacqueo, nella scuola dei figli. Negli occhi altrui pieni di meraviglia per i suoi filmati, Piero vede colui che saprà portare avanti il suo amore per il Mare. E’ il perfetto Accademico che lascia orme che altri seguiranno.
Dottore Pasquale Longobardi Presidente della Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee.
Il libro è disponibile previa donazione a sostegno dell'Associazione di Euro 20,00 (spedizione compresa).
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Tegnue: Biodiversità, storia e relitti
Questo bel volume è il racconto-resoconto autobiografico del subacqueo Piero Mescalchin dopo quarant'anni di immersioni nell'Alto Adriatico. La sua vicenda personale s'incrocia con un evento dalla portata davvero "storica", perché ha il merito di aver aperto nuovi scenari di conoscenza e ricerca in un mare prima snobbato per la trasparenza non proprio cristallina delle sue acque, ma ora rivalutato e ricercato per le peculiarità geofisiche uniche dei suoi fondali, fonte di una biodiversità straordinaria.
Ciò è stato possibile proprio grazie alle sue immagini e alle sue riprese cinematografiche, portate in superficie a partire dal 1985, che ci hanno "rivelato" le meraviglie nascoste in quei fondali e di fatto sconosciute, all'inizio accolte tra stupore e incredulità, ma ora divenute motivo d'orgoglio generale per gli amanti della natura e del mare, ma anche per tutto il territorio di riferimento.
Ne aveva parlato ancora nel 1792 lo scienziato chioggiotto Giuseppe Olivi ne! suo libro "Zoologia Adriatica", ma fino all'intervento di Mescalchin questo ambiente era rimasto pressoché sconosciuto a chi non andava per mare, dando origine addirittura a delle leggende: la più nota e descritta nei particolare dal poeta don Giovanni Lombardo raccontava di una Chioggia sommersa come la mitica Atlantide. Soltanto i pescatori conoscevano queste Tegnùe, che così le avevamo chiamate, proprio per i danni che arrecavano alle loro reti (che finivano perse o strappate) quando si avventuravano a pescare in quel posto notoriamente ricco di pesce.
Prima la passione di questo sub si sviluppava soprattutto nello scoprire e visitare relitti di imbarcazioni da pesca, di mercantili e navi da guerra, finite per un tragico destino in fondo al mare, cercando di comprenderne le caratteristiche e soprattutto le circostanze che ne avevano provocato l'affondamento (a queste storie il volume riserva nella parte finale un'interessante serie di utili schede conoscitive). Interesse comunque mai svanito, basta pensare all'appuntamento su questo tema dello scorso 19 giugno al Padiglione Aquae dell'Expo Venice.
Ma da quando Piero Mescalchin ha aperto il libro della nuova avventura chiamata "Tegnùe", le sue passioni e i suoi interessi sono stati totalizzanti, diventando una sorta di missione.
Personalmente ho avuto l'opportunità di seguire da vicino fin dall'inizio, proprio dal 1985, a diverso titolo, prima come cronista e poi come amministratore, le diverse fasi che hanno portato a concretizzare quello che lui stesso aveva definito "un sogno": far diventare cioè quell'area un parco marino tutelato, smettendo di sfruttare queste zone con pesca indiscriminata o ancora peggio di usarle come pattumiera.
E posso testimoniare che è stata sì un'impresa esaltante, ma per nulla facile, con un percorso irto di difficoltà e incomprensioni. E il volume al riguardo ripercorrendo la sua storia, non nasconde anche i motivi di critica nei confronti di alcune situazioni, togliendosi anche qualche sassolino. E' vero che Mescalchin ha il suo carattere e non è sempre facile stargli al passo, ma personalmente ritengo che sarà la storia a decretare se certe sue rigidità negli obiettivi erano solo frutto di protagonismo o di una corretta visione della questione.
Nessuno però potrà negare la sua totale dedizione alla causa. E i traguardi raggiunti sono stati straordinari e inconfutabili: mi riferisco al riconoscimento delle "Tegnùe" come "Zona di Tutela Biologica" (decreto ministeriale del 5 agosto 2002); alla costituzione dell'Associazione, comprendente anche un Comitato tecnico scientifico, che con continuità ha operato sul fronte didattico, della ricerca, divulgazione e anche gestione, interloquendo e collaborando con enti ed istituzioni, come l'ISPRA, la Capitaneria di Porto, le Università di Padova e Bologna, la rivista di studi e ricerche "Chioggia", il Lion Club, con il Comune di Chioggia e soprattutto con la Regione Veneto che ha prodotto anche una legge ad hoc nel 2007 con relative risorse.
Ora queste "Tegnùe" sono diventate addirittura un vanto della città e vengono esibite, e giustamente, con immagini accattivanti, nei dépliant turistici, assieme ad altre emergenze e titoli prestigiosi: il riconoscimento nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO all'interno dell'ambito lagunare (analogo titolo si aspetta anche per le "Tegnùe"); il titolo di "città d'arte"; la riserva integrale del Bosco Nordio, ultimo lembo di macchia mediterranea; l'orologio da torre più antico del mondo.
Concludendo spero che questo contributo, che fa il punto su questa ritrovata risorsa culturale e ambientale, possa servire alla comunità intera come strumento critico per gestire al meglio per l'avvenire questo patrimonio tanto prezioso, quanto fragile.
Prof. Sergio Ravagnan (storico)
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Tegnue in tasca
Tegnue in tasca, è una piccola guida plastificata alla biodiveristà delle Tegnue.
Al suo interno sono descritte oltre 200 specie diverse che popolano le ricche e complesse concrezioni coralligene. Ogni organismo possiede una scheda composta da una fotografia identificativa e da una parte scritta in cui è riportato il gruppo di appartenenza, il nome latino e il nome comune italiano (quando presente), le dimensioni massime e la descrizione delle caratteristiche morfologiche utili ad individuare la specie. Inoltre, è presente per gli organismi tutelati dalla legislazione vigente, la dicitura Specie Protetta. Gli organismi sono suddivisi in dieci gruppi, dalle Alghe ai Pesci, e ogni gruppo è contraddistinto da un colore differente. Obiettivo principale della guida è quello di mostrare una parte della grande biodiversità che caratterizza il particolare ambiente coralligeno, evidenziando il cospicuo numero di specie protette che contribuiscono ancor più all'importanza naturalistica delle Tegnue.
La guida "Tegnue in tasca" è disponibile previa donazione a sostegno dell'Associazione di Euro 10,00 (spedizione compresa).
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Quaderno di Biologia delle Tegnue di Chioggia
Il quaderno è molto sintetico, utile per rispondere velocemente a curiosità e domande di biologia in quanto di veloce consultazione grazie alla pratica divisione in schede diversamente colorate. Si può tenere ovunque per il formato piccolino e raccoglie oltre cento organismi tra i più comuni nelle Tegnue.
Il quaderno è rivolto alle persone adulte e ai subacquei e contiene, oltre a cenni di biologia marina, le schede degli organismi più comuni del particolare habitat delle Tegnue.
Il "Quaderno di Biologia delle Tegnue di Chioggia" è disponibile previa donazione a sostegno dell'Associazione di Euro 5,00 (spedizione compresa).
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DVD - Il mare di Chioggia: ieri e oggi
E’ storia antichissima quella delle Tegnue di Chioggia; ne parlavano già alcuni scritti di fine ‘700. Dalle reti impigliate sul fondo dell’Adriatico, nasceva la leggenda che ci fossero i ruderi di un’antica Chioggia sommersa dal mare. Negli anni settanta furono i subacquei a sfatare questa leggenda quando, con i primi autorespiratori ad aria, immergendosi davanti a Chioggia, scoprirono che sul fondo le reti si impigliavano su numerose formazioni organogene di una probabile zona deltizia sommersa circa 6.000 anni fa.
L’opera del subacqueo padovano Piero Mescalchin, fondatore e presidente dell’Associazione “Tegnue di Chioggia” – onlus, e soprattutto i suoi video hanno portato molti a conoscere questo paradiso sommerso dell’Alto Adriatico “Le Tegnue: la realtà di Chioggia”. Ora in questa zona di mare davanti alla città di Chioggia vige il divieto di qualsiasi tipo di pesca e di prelievo; 30 Kmq dichiarati protetti con Decreto Ministeriale dal 5 agosto 2002. Successivamente sono state poste 12 boe di attracco per permettere la fruizione turistico-subacquea dell’area. Vietando l’ancoraggio in tutta la zona e limitando le immersioni solo ai punti prefissati si è posto un ulteriore vincolo per una maggiore tutela del delicato ambiente sottomarino.
Piero Mescalchin ha iniziato l’opera di sensibilizzazione a metà degli anni novanta con il video “Un sogno… un parco…” dopo una visita al più importante parco marino del Mediterraneo: le isole Medas (Spagna). Da allora è nata l’idea di chiedere la tutela biologica dell’area delle Tegnue di Chioggia. A quel tempo era quasi un sogno pensare ad un parco marino nell’area delle Tegnue. La sensibilità ai problemi ambientali era diversa; ora con il costante lavoro di divulgazione mediante convegni scientifici, video e fotografie in circoli subacquei, biblioteche, circoli culturali, trasmissioni televisive, il sogno di Piero Mescalchin si è realizzato.
Un successivo video con la sintesi di centinaia di ore di immersione con una telecamera “I colori sommersi di Chioggia” convinse il comune di Chioggia a chiedere la protezione dell’area delle Tegnue.
Particolare attenzione è stata rivolta ai bambini con il video “Il regno sommerso” con lo scopo di avvicinarli ad una realtà naturalistica del loro territorio. Si tratta di un immaginario e divertente viaggio nel regno sommerso delle Tegnue.
Le meraviglie del nostro mare poco hanno da invidiare ad un mare tropicale; nel diaporama sonorizzato “Le Tegnue nel mio mondo” le più belle immagini subacquee delle Tegnue di Chioggia sono tratte dal libro che Piero Mescalchin ha voluto dedicare al “suo mondo”.
Una splendida raccolta di immagini fotografiche dell’Ottocento e del primo Novecento “Parole tra le immagini”; la vecchia Chioggia che aveva ispirato pittori e scrittori nei secoli passati, riemerge con tutto il suo fascino. Immagini e parole si fondono per condurci all'epoca in cui il tempo era ritmato dall'andirivieni dei bragozzi da pesca o delle barche da trasporto degli ortolani.
“Gente di Chioggia” un filmato in bianco e nero di Giovanni Comisso del 1939 riguardante la città di Chioggia. E’ un documentario, ma anche un ricordo affettuoso e un po’ nostalgico. Dalla sua visione si scopre che pure rinnovata, la città è sempre riconoscibile, fedele a se stessa nella sua struttura e uguali sono rimasti l’operosità, la passione e il carattere dei suoi abitanti.
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