Torpediniera 5PN - Associazione "Tegnue di Chioggia" - onlus

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Torpediniera 5PN

Attività > Storie di relitti
5PN
- Torpediniera 5PN (Testi e immagini tratti dal video "I segreti dell'Adriatico" di Piero Mescalchin)



La torpediniera italiana 5PN veniva colpita il mattino del 26 Giugno 1915 da un sommergibile austriaco a circa 9 miglia dal faro di Piave Vecchia. La nave venne costruita nel 1911 dai cantieri Pattison di Napoli, da cui la sigla 5PN; era armata da 2 tubi lanciasiluri, uno a prora e uno a poppa e da un cannoncino da 57 millimetri situato in zona poppiera.



La nave era lunga 42 metri e mezzo. larga 4 metri circa e pesava, a pieno carico 140 tonnellate.
L'Italia era entrata in guerra da pochi giorni e la 5PN stava pattugliando il tratto di mare davanti al litorale di Venezia, quando, improvvisamente, il comandante Spano avvistò la scia di un siluro diretto verso la sua nave. L'impatto sollevò una colonna d'acqua e nafta alta 30 metri colpendo inesorabilmente la torpediniera a prua.

Dato il tempo trascorso, della nave rimane ormai ben poco. Abbattuto, giace su un fianco il cannoncino. Le due caldaie Thornjcroft della potenza di 3200 cavalli capaci di imprimere alla torpediniera la velocità di 27 nodi, salgono maestose dal fondale. A colpire la nave fu uno dei numerosi sommergibili austriaci provenienti da Pola e dislocati a quota periscopio tra i campi minati eretti dagli Italiani a protezione della costa davanti ai lidi di Venezia e di Jesolo.



Questa è la poppa della nave e il fango nasconde l'elica. Si vede un siluro ancora inserito nel tubo di lancio, ora abbattuto sul fianco sinistro della caldaia, a testimonianza della rapidità con cui si consumò la tragedia. La prontezza di riflessi del comandante nel dare ordine di " macchine indietro tutta " ha potuto in parte rallentare l'affondamento della 5PN permettendo a quasi tutto l'equipaggio di salvarsi.



Per capire meglio la struttura del relitto ci serviamo di alcuni disegni tratti dal testo " Le torpediniere italiane " dell'ufficio Storico della Marina Militare. Queste navi erano state progettate per colpire a svanire nel nulla. La considerevole velocità era fornita non solo dal potente apparato di macchine e caldaie, ma anche dalla loro sagoma snella e compatta. La notevole manovrabilità, era dovuta al timone collocato nella struttura di poppa interamente fuori dallo scafo.



Durante l'affondamento, il comandante Spano ordinò di far sparare alcuni colpi di cannone nella presunta direzione del sommergibile al fine di scongiurare il pericolo del lancio di un secondo siluro e con l'intento di richiamare l'attenzione di altre navi che eventualmente fossero in zona. Ordinò poi all'equipaggio di tenersi pronto a fronteggiare l'eventuale attacco in superficie del sommergibile, ma non ce ne fu bisogno. La nave con una grossa falla a prua, ormai affondava. Alle 11:20, 40 minuti dopo l'impatto con il siluro, il comandante Spano dava l'ordine di abbandonare la nave. La torpediniera affondò verticalmente. Quando la prora toccò il fondo, a 22 metri di profondità, la poppa rimase ancora 5 minuti fuori dall'acqua, prima di scomparire. Probabilmente il sommergibile Austriaco che stazionava nei paraggi stava ancora osservando la scena a quota periscopio. Fortunatamente i superstiti vennero recuperati da un'altra torpediniera accorsa in aiuto attirata da quei colpi di cannone precedentemente sparati.
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